Intricati vicoli circondati da palazzi storici, panni stesi alle finestre insieme a un caotico clima cittadino: questa è Napoli, una città che incanta per il suo fascino unico al mondo. Dominata dalla presenza del Vesuvio, un vulcano ancora attivo alto 1281 metri, la città sorge al centro dell’omonimo golfo tra la penisola sorrentina e i Campi Flegrei. Una città che non stanca mai e che, con la sua bellezza, ha saputo conquistare personaggi famosi come Stendhal e Benedetto Croce.
Grazie al suo patrimonio storico, artistico, culturale e culinario la città ha raggiunto una fama internazionale con turisti che arrivano da tutto il mondo per ammirare con i loro occhi le sue bellezze. Il suo centro storico, considerato il più grande di tutta Europa, è così affascinante e ricco di monumenti da essere dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
La città è un vero museo a cielo aperto: il centro è formato da un’intricata rete di strade e vicoli acciottolati, caratterizzate dalla presenza di importanti palazzi, chiese e bar dove assaggiare il vero espresso italiano. Napoli, o meglio Neapolis, antica città greco-romana aveva un’architettura urbanistica contraddistinta dalla presenza di tre arterie principali, i plateiai, che alcuni chiamano ”decumani”, che si incontrano perpendicolarmente con altre strade più piccole (larghe circa tre metri) chiamate stenopoi o, più impropriamente, ”cardini”, e che oggi costituiscono le vie del centro storico cittadino.
Simbolo di Napoli, Piazza del Plebiscito è un luogo utilizzato per eventi ma anche un ritrovo sia per i napoletani che per i turisti che vengono qui ad ammirare i suoi ampi spazi e gli importanti edifici che qui si affacciano, come la Basilica di San Francesco di Paola, il Palazzo Reale, il Palazzo della Prefettura e il Palazzo Salerno.
In particolare, la Basilica di San Francesco con il suo bellissimo colonnato neoclassico risale a metà dell’Ottocento e richiama nelle forme il Pantheon di Roma, mentre il Palazzo Reale, caratterizzato da una facciata di mattoni di cotto rosato, risale al 1600 ed è stato costruito dai napoletani per ospitare Re Filippo III a Napoli.
Davanti la Basilica troviamo due statue equestri che rappresentano Carlo III di Borbone e suo figlio Ferdinando I. La prima statua è stata interamente realizzata dallo scultore veneto Antonio Canova, mentre la seconda è stata iniziata sempre dal Canova ma poi terminata da Antonio Calì.
Il Palazzo Reale fu fatto costruire a fine Cinquecento dal viceré don Ferdinando per accogliere e ospitare Re Filippo III che sarebbe dovuto venire in visita Napoli. Il progetto fu affidato a Domenico Fontana che iniziò i lavori nel 1600 e dopo due anni consegnò il complesso, anche se i lavori non erano completamente terminati. La facciata principale è caratterizzata dalla presenza di otto nicchie che custodiscono otto dei più importanti Re che sono saliti sul trono del Regno di Napoli.
All’interno si può visitare l’Appartamento Storico, che oramai trasformato in museo, racchiude l’Appartamene Reale dei sovrani e tutto ciò che era incluso nel Piano nobile. Fortunatamente alcune stanze sono riuscite a mantenere nel tempo il loro aspetto originario, come la Sala del Trono, la Sala Diplomatica e la Sala dei Fiamminghi. Da non perdere una visita al Teatro di Corte che ha saputo conservare non solo la sua struttura architettonica originale ma anche dodici statue in gesso e cartapesta raffiguranti nove Muse e tre divinità romane.
La Cappella Sansevero risale alla fine del Cinquecento ed è stata commissionata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, noto alchimista e personaggio vicino agli ambienti della Massoneria del Regno di Napoli.
La facciata esterna della cappella si presenta in un elegante stile classico mentre l’interno richiama lo stile barocco. Raimondo di Sangro commissionò una serie di opere simboliche in marmo che ancora oggi si possono ammirare all’interno, come il celebre Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. Il Cristo Velato è un’opera che ritrae il Cristo disteso il cui corpo martoriato è ricoperto da un leggero velo. La particolarità dell’opera risiede nel fatto che anche attraverso il velo di marmo si possano riconoscere le espressioni del volto e il velo sembra non essere fatto di marmo.
Oltre al Cristo Velato qui si trovano anche le 10 Statue della Virtù e nella Cavea sotterranea sono ospitate due Macchine Anatomiche, vale a dire i corpi di un uomo e una donna perfettamente conservati che permettono di osservare da vicino il sistema circolatorio di un essere umano.
Una delle tappe da non perdere in città è una visita alla Napoli sotterranea che nasconde vere opere di grande ingegneria civile scavate nel sottosuolo. Dopo essere stati dimenticati per lungo tempo, un lavoro di recupero e valorizzazione ha reso possibile ammirare i luoghi sotterranei che risalgono sia al periodo greco-romano e che alla Seconda Guerra Mondiale, dove qui sono stati costruiti rifugi antiaerei.
Una delle tappe che non si può assolutamente perdere è il Teatro Romano in cui si esibì anche Nerone e a cui si accede da un’abitazione privata. Nel sottosuolo della città si trova anche la Galleria Borbonica che, voluta nel 1853 da Ferdinando II di Borbone, collegava Palazzo Reale e piazza Vittoria presentandosi, in caso di bisogno, come un’utile via di fuga verso il mare per i reali napoletani.
Edificato alla fine del 1500 con la destinazione di cavallerizza, l’edificio fu dal 1616 fino al 1777 sede dell’Università per poi diventare nel 1816 Real Museo Borbonico. L’attuale Museo Archeologico Nazionale di Napoli è stato uno dei primi musei archeologici d’Europa ed ora è tra i più importanti al mondo per ricchezza del suo patrimonio.
All’interno si possono trovare reperti preistorici del Sud Italia, resti di città sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ma anche opere della collezione Farnese appartenuta ai Borbone. Una parte del museo è nota come “Gabinetto Segreto” (G.S.) nome che la famiglia reale dei Borbone diede alle sale riservate in cui venivano raccolti vari reperti a tema erotico e sessuale ritrovati negli scavi di Pompei ed Ercolano.
In questa zona, in epoca romana, si trovava un tempio dedicato al Dio Apollo mentre nel IV secolo d.C. qui furono costruiti la Basilica di Santa Restituta e il Battistero di San Giovanni in Fonte. Il Duomo di Napoli fu fatto costruire dal re Carlo D’Angiò nel XIII secolo secondo un piano che vedeva la Basilica di Santa Restituta e il Battistero inglobati nel progetto di costruzione.
Il Duomo, a tre navate, presenta una pianta a croce latina con cappelle laterali mentre la sua facciata si presenta in stile neo-gotico dopo diversi lavori di ristrutturazione. Sopra i tre portoni esterni sono presenti elementi decorativi scultorei gotici; la porta di destra viene utilizzata soltanto per le festività che celebrano San Gennaro e in alcuni casi straordinari. Il soffitto della navata principale è in legno a cassettoni, mentre le navate laterali hanno volte a crociera.
Tra le cappelle due si contraddistinguono per dimensione e valore artistico: la Cappella di Santa Restituta e la Cappella del Tesoro di San Gennaro. La Cappella del Tesoro di San Gennaro, in particolare, risale alla prima metà del XVII secolo, e qui, tre volte all’anno (il primo sabato di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre) i fedeli attendono il miracolo della liquefazione del sangue del Santo.
Nel cuore del centro storico di Napoli si trova l’antico Monastero di Santa Chiara fatto costruire dal re Roberto d’Angiò e dalla moglie Sancia di Maiorca, intorno al 1310. In questo complesso si trovavano due conventi: uno femminile per le clarisse e l’altro maschile per i frati minori francescani.
Costruita originariamente secondo uno stile gotico, la chiesa fu quasi totalmente distrutta da un bombardamento nell’agosto del 1943 durante il secondo conflitto mondiale. Dopo lavori di restauro ora possiamo nuovamente ammirarla nel suo stile originario. Da non perdere una visita al Chiostro Maiolicato del monastero caratterizzato dalla presenza di un giardino con viali fiancheggiati da pilastri ottagonali rivestiti da maioliche eseguite da due artigiani locali.
Da via Partenope, nel lungomare di Napoli si può raggiungere l’Isolotto di Megaride che ospita il famoso Castel dell’Ovo. Già dai tempi degli antichi romani qui era stato costruito un edificio a scopo difensivo e militare, noto come Castrum Lucullanum. Nel medioevo il complesso era diventato un eremo per monaci e monache, ma nel XV secolo, a causa delle incursione barbariche, si rese necessario costruire una struttura difensiva.
L’ubicazione del Castel dell’Ovo, un tempo importante per motivi militari, ora lo rende un luogo stupendo per ammirare l’intero Golfo di Napoli. L’entrata è gratuita e possono essere visitate le due torri, il carcere della regina Giovanna, i resti della Chiesa di San Salvatore e il grande terrazzo con i cannoni spagnoli. La terrazza panoramica sa regalare davvero bellissimi scorci sulla città e sul mare, soprattutto nelle ore del tramonto.
Nella metà del XIII secolo Carlo I d’Angiò, dopo aver sconfitto gli Svevi, conquistò il trono del Regno di Sicilia e trasferì la capitale da Palermo a Napoli, dove ordinò la costruzione di un edificio degno di ospitare la famiglia reale.
L’origine del nome Maschio Angioino è da ricondurre quindi alla storia dell’edificio: maschio significa mastio o fortezza, mentre Angioino deriva dalla dinastia imperiale che per prima qui trasferì la corte imperiale. Il castello circondato da un ampio fossato è difeso da cinque maestose torri cilindriche e al suo interno ospita il Museo Civico di Castelnuovo.
Spaccanapoli è una delle tre arterie principali che suddividono (appunto ”spaccano”) la città partenopea tagliando il centro storico da nord a sud, dai Quartieri Spagnoli fino al quartiere di Forcella. Il modo migliore per comprendere appieno il suo nome è ammirarla dall’alto da Castel Sant’ Elmo o dalla Certosa di San Martino.
In realtà ‘’Spaccanapoli’’ è un appellativo assegnato dai napoletani ad un arteria che è composta da diverse strade che ospitano alcune delle chiese e degli edifici più significativi della città, come palazzo Venezia, il Complesso di Santa Chiara, la Chiesa di Gesù Nuovo e il complesso di San Domenico Maggiore.
Sembra impossibile da credere ma la metropolitana di Napoli è un vero e proprio museo chiamato Metro dell’Arte. Questo progetto nato negli anni Novanta vede le stazioni metropolitane accogliere più di ottocento opere, di cui 90 appartenenti ai più importanti artisti contemporanei, con l’obiettivo di rendere più accoglienti le stazioni della metro.
Lungo la linea 1 e la linea 6 sono 16 le stazioni dove fermarsi ad ammirare sculture, dipinti, mosaici e reperti archeologici. La Stazione di Toledo11, in particolare, per la sua straordinaria bellezza si è aggiudicata anche il premio di ‘’Stazione più bella d’Europa’’.
Maggiori informazioniDiventata uno dei simboli di Napoli, Galleria Umberto I fu costruita in tre anni tra il 1887 e 1890 secondo una struttura a croce con quattro bracci ortogonali che si incrociano al di sotto di una grande cupola. Questa cupola di ferro e vetro con i 56 metri d’altezza si rifa, non solo alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano ma anche alle numerose gallerie coperte parigine.
L’interno è decorato in stile liberty con richiami all’arte neo-rinascimentale, mentre il pavimento è in marmo con eleganti decorazioni. La Galleria è oggi uno dei luoghi più famosi per lo shopping dato che ospita negozi e boutique di alto livello.
Situate nel sottosuolo del Rione Sanità, le Catacombe di San Gennaro sono aree cimiteriali risalenti al II secolo d.C.. Quest’area della città ‘’nasconde’’ circa nove catacombe ma solo alcune sono state portate alla luce, come quelle di San Gennaro, di San Severo, di San Gaudioso e il Cimitero delle Fontanelle.
In quest’area dedicata alla sepoltura del morti fin dai tempi più antichi, nel V secolo vennero trasferite le reliquie di San Gennaro, santo patrono della città. L’entrata alle catacombe si trova presso la Basilica dell’Incoronata a Capodimonte dove si può ammirare anche un ritratto, risalente al V secolo, di San Gennaro Martire.
Situato in cima ad una collina che domina dall’alto la città e il golfo di Napoli, quel palazzo che un tempo era una delle residenze borboniche, oggi ospita il Museo di Capodimonte. Nel Settecento il re Carlo di Borbone decise di costruire un complesso all’interno del bosco ”Capo di Monte’’ dove poter andare a caccia e riposarsi nei momenti di relax.
In questa reggia, il re decise di ospitare la Collezione Farnese ricevuta da sua madre, a cui negli anni si aggiunsero opere acquistate o donate alla famiglia Borbone e, infine, opere dell’Ottocento e di arte contemporanea eseguite da artisti di fama internazionale. La ricca collezione farnesiana ospita opere di Raffaello, Tiziano, Masaccio, Botticelli, Andrea del Sarto e molti altri.
Nota come “O’ vico de’ pasture” cioè la strada dei pastori, San Gregorio Armeno non è una semplice via del centro storico napoletano, è tradizione, atmosfera e arte. Qui 365 giorni all’anno potete respirare atmosfera natalizia e ammirare le opere d’arte fatte da artigiani locali.
Un vero museo a cielo aperto dove si possono trovare le più antiche e botteghe di arte presepiale del mondo che confezionano statuette di terracotta, ispirate non solo a personaggi del presepe ma anche a figure storiche, VIP e a personaggi di attualità.
Nella mappa seguente potete vedere la posizione dei principali luoghi di interesse citati in questo articolo.
Le City Card permettono di risparmiare sui mezzi pubblici e/o sugli ingressi delle principali attrazioni turistiche.